L’acido ialuronico è una sostanza componente dei tessuti connettivi dei mammiferi. È quindi anche naturalmente presente nell’uomo, in particolare si trova: nel fluido sinoviale, nel cordone ombelicale, nell’umore vitreo dell’occhio. È, inoltre, componente principale della matrice extra-cellulare di cartilagine e derma (in quest’ultimo è presente nella quantità di 200-500 µg/ml).
La concentrazione di acido ialuronico diminuisce all’aumentare dell’età, con conseguente sviluppo di rughe e inestetismi della pelle. Questa sostanza è infatti molto importante nel mantenimento della forma e della resistenza del derma, conferendo anche turgidità e plasticità al tessuto.
Le suddette proprietà derivano principalmente dalla composizione chimica della sostanza. L’acido ialuronico è, infatti, un glicosaminoglicano dalla catena polisaccaridica non ramificata, a sua volta composta da acido glucuronico e da N-acetilglucosamina. Questa lunga catena ad elevata polarità è in grado di solubilizzare in acqua e, quindi, di legarsi alle molecole di acqua, trattenendole.
Grazie alle sue caratteristiche, l’acido ialuronico viene utilizzato in medicina estetica per trattare rughe e prevenire l’invecchiamento della pelle, tramite iniezioni locali da parte di un medico esperto. I risultati ottenuti dai fillers con acido ialuronico non sono permanenti: la sostanza viene infatti riassorbita dall’organismo e, per questo, possono essere necessari ritocchi e nuove sedute di sistemazione. La durata dei fillers può variare dai 4 mesi ai 2 anni circa.
Mentre un tempo veniva estratto principalmente da creste di gallo (dove presente nella quantità di 7500 µg/ml), attualmente, l’acido ialuronico può essere prodotto per biosintesi.
Essendo, appunto, biocompatibile, questa sostanza non presenta controindicazioni o rischi clinici particolari .
I fillers di acido ialuronico possono apparire molto simili fra loro, ma, in realtà, presentano notevoli differenze fisiche. Tali differenze possono essere sfruttare dal medico per donare al paziente un trattamento maggiormente duraturo, in relazione alle caratteristiche dell’inestetismo da sanare. In particolare, questi fillers vengono utilizzati per plasmare le rughe (sia dinamiche, ossia derivanti dalla contrazione dei muscoli facciali, che statiche, cioè quelle che si manifestano anche quando il viso è a riposo), per colmare lesioni cicatriziali, per riempire e inturgidire labbra sottili, per voluminizzare gli zigomi, correggere cicatrici e modellare il profilo del volto.